Un uso qualunque di te

Un uso qualunque di te - Sara Rattaro Avevo voglia di raggomitolare il mio corpo, meno superficie esponi più difficile sarà colpirti.Un uso qualunque di te è il romanzo d’esordio di Sara Rattaro. Sono sempre un po’ diffidente nei confronti delle nuove penne e anche questa volta non ho fatto eccezione, approcciandomi al romanzo senza troppe aspettative. Sono lieta di ammettere che, per una volta, sono stata piacevolmente stupita.La storia ha inizio in medias res. Viola ascolta un messaggio lasciatole in segreteria dal marito Carlo che la prega di affrettarsi in ospedale. È quasi l’alba e non è tornata a dormire a casa, lasciatasi guidare per l’ennesima volta più dalle sue pulsioni che dal suo cervello. L’apprensione si impossessa di lei: cosa sarà successo? In quale ospedale dovrà dirigersi? Il suo istinto fa centro e Viola arriva nel posta giusto, dove apprende una notizia terribile: le resta poco tempo per fare qualcosa, l’unica cosa possibile. E Viola la fa, per amore.Sono rimasta probabilmente troppo vaga, ma non voglio rovinarvi la lettura di questo commovente romanzo, ricco di struggenti emozioni. Ai capitoli relativi al presente di Viola se ne alternano altri che raccontano il suo passato e di come sia nata la sua storia con Carlo. Insieme alla protagonista, ripercorriamo le tappe fondamentali della sua vita, talvolta commuovendoci, altre biasimandola: tramite brevi flashback conosciamo sempre più a fondo Viola e il suo essere, le sue scelte, i suoi errori, avvicinandoci a questa donna distrutta dal dolore che purtroppo nella sua vita ha commesso molti sbagli e solo alla fine ha deciso di rimediare. Troppo facile, direte forse voi, e in parte concordo, ma non riesco comunque a detestare questa donna, così irrequieta e complessa. Un personaggio che ho letteralmente amato è stato Carlo: il suo amore per Luce è qualcosa di indescrivibile. Per lei ignora i tradimenti della moglie, mette in secondo piano ogni aspetto della sua vita, si dedica a lei anima e corpo, senza rimpianti.«Come faccio a spiegartelo Viola? Come faccio a spiegarti che è per lei che ho imparato ad amarmi, che è lei la mia radice, che è la sua stanza che io chiamo casa, che so cosa le piace e cosa le dà ribrezzo, a chi ha dato il primo bacio perché sono quasi morto quando me l'ha raccontato, che è tra le mie braccia che è caduta quando ha fatto il primo passo della sua vita.[...] Ho lottato contro la febbre alta, contro il suo mal di mare, le ho spalmato il talco mentolato perché la varicella non le segnasse la pelle, l'ho seguita la prima volta che è andata a scuola da sola, mi sono morso la lingua e ho trattenuto le mani quando è tornata a casa in lacrime perché le avevano spezzato il cuore. Io so che le fragole le fanno venire uno strano sfogo sulle braccia, che per le scarpe da ginnastica ci vuole il trentasei, ma lo stesso non va bene per le ballerine. So che odia i cetrioli, non ne sopporta neanche l'odore, che vorrebbe farsi tatuare la frase dove finisci tu comincio io sulla schiena, ma per fortuna ha paura degli aghi.[...] Ho studiato la storia dei romani tre volte e so Dante quasi a memoria perché lo imparasse anche lei. Ho passato serate intere a farle ripetere le tabelline e poi tempo dopo quelle stesse serie le abbiamo passate a parlare del valore della verginità e del sesso. Ho provato a spiegarle cosa sono i maschi, sperando e pregando Dio che non li incontrasse mai.» Penso che l'idea di trovare una persona così sia un sogno: non che i padri solitamente non amino i figli, ma raramente c'è un rapporto così speciale, un rapporto così "materno"in un certo senso.Lo stile di scrittura è particolare, molto simile a un flusso di coscienza, in cui Viola si rivolge direttamente a Carlo, a noi: inizialmente sono rimasta spiazzata da questa scelta dell'autrice, ma procedendo nella lettura mi sono abituata e anzi, penso che questo espediente abbia aumentato il mio coinvolgimento nel romanzo. Vengono spesso utilizzate immagini forti, che si imprimono nella mente del lettore, e frasi brevi, fugaci stilettate.Devo ammettere che ho pianto più volte, e alla fine sono proprio scoppiata in lacrime: questo romanzo mi ha davvero catturato emotivamente e l'ho finito in "one sitting", come direbbero i blogger anglofoni, tanto ero coinvolta nella storia. Vi consiglio, per non fare le simpatiche figurine che ho fatto io, di leggerlo a casa, in modo che la gente non vi fissi stranita a causa dei vostri occhi lucidi e dei lacrimoni agli occhi.Una lettura veloce, ricca, colma di sentimento, che vi consiglio di non lasciarvi sfuggire.