La stella nel pugno è un romanzo di formazione ambientato nella Germania degli anni ‘30, in cui ci vengono narrate le vicissitudini di un giovane ragazzino ebreo la cui vita viene stravolta dal regime.Inizialmente la vita di Karl è identica a quella di tutti i bambini tedeschi, e prosegue tranquilla anche durante la diffusione dei primi moti d’odio nei confronti degli ebrei grazie al suo aspetto ordinario e al fatto che la sua famiglia non è praticante. Ma quando alcuni ragazzi della sua scuola vengono a sapere la verità sulle sue origini, cominciano le prese in giro e i pestaggi. Karl è esile, mingherlino, e non molto coraggioso: l’unica sua arma è la fuga, ma purtroppo non sempre essa è sufficiente. La sua vita cambierà quando il grande campione Max Schmeling gli offrirà delle lezioni gratuite di Boxe in cambio di un quadro della galleria di suo padre: prima ancora che dare a Karl la possibilità di difendersi, Max, con la sua proposta, gli fornisce una speranza e uno scopo da perseguire. E il giovane ebreo prende alla lettera tutti i consigli del campione, diventando un buon pugile. Ma le persecuzioni nei confronti degli ebrei si inaspriscono e Karl è costretto a fare i conti con la dura realtà. Purtroppo i suoi guantoni non bastano per salvare la sua famiglia. Non bastano i sogni. Attraverso gli occhi di Karl, inizialmente ai margini, seguiamo l’inasprirsi dei provvedimenti nei confronti degli ebrei e vediamo come cambino le persone, influenzate da Hitler e dalla sua ideologia. Persone fino a pochi giorni prima estranee al partito, in poche ore diventano membri fedelissimi, mentre coloro che non sono d’accordo con l’ideologia nazista rimangono ai margini, stando a guardare, senza intervenire per paura di ripercussioni: i pochi che si ribellano vengono subito arrestati e deportati. Ma vediamo anche come molti ebrei, inizialmente, non si rendano conto della portata del problema: lo stesso padre di Karl più volte ripete “Figurati se faranno mai una cosa del genere” per poi essere smentito entro pochi giorni dai fatti. Come può essere possibile che nessuno stato straniero sia mai intervenuto? Che tutti abbiano chiuso gli occhi di fronte a quello che stava succedendo? Se lo chiede il papà di Karl e me lo chiedo anch’io. I segnali erano ovunque, ma il mondo ha preferito far finta di niente. Una cosa che ho apprezzato molto di questo libro è la veridicità storica e il riferimento costante a fatti realmente accaduti: l’autore ha saputo ricostruire fedelmente non solo il contesto storico del momento, ma anche la “storia” della boxe, citando opere e pugili realmente esistiti, documentando con date e particolari i vari incontri di fama mondiale. Io non sono una fan di questo sport, ma mi è piaciuto molto il fatto che Sharenow abbia usato il ring e i pugili per rappresentare la società del momento: mentre negli USA i pugili ebrei erano dei campioni, in Germania un ebreo non poteva salire sul ring, neppure se era più forte; lo scontro tra Max Schmeling e Joe Louis diventa un combattimento tra la pura razza ariana e un essere inferiore e, mentre la vittoria può portare la vita di Max alle stelle, una sua sconfitta potrebbe determinare la sua fine. Molto interessanti e ben costruiti i personaggi, mi ha colpito in particolar modo Hildi, la sorella di Karl: nonostante sia più piccola del fratello, avverte di più la portata di quello che sta succedendo a causa del suo aspetto più “ebreo”, che la porta a essere identificata subito in mezzo alla folla. Anche i loro genitori sono personaggi ben curati e complessi: da una parte il padre apparentemente mollaccione che nasconde un passato onorevole, dall’altro una donna al limite dell’autodistruzione, corrosa dalla depressione. E poi c’è Max, il grande campione, che di fronte alla violenza del regime rimane neutrale e che, sinceramente, ha più di una volta scatenato il mio biasimo. Una menzione speciale per La Contessa e per Neblig, due personaggi squisiti, coraggiosi nonostante tutte le loro difficoltà.Il linguaggio è semplice e scorrevole e l’autore riesce a toccare tematiche importanti senza risultare mai pesante né saccente, con estrema delicatezza. Alle parole si alternano caricature disegnate da Karl, che, oltre al pugile, vorrebbe fare il fumettista e che spesso usa i suoi disegni per risollevare l’umore della sorella, oltre che il suo. In conclusione, un libro che consiglio a tutti: ai ragazzi che si avvicinano allo studio di questo periodo storico e agli adulti, che cercano un buon romanzo, coinvolgente e commovente.